27 LUGLIO, ASCENSIONE ALL’ETNA

Agosto 4, 2016 9:11 am

Oggi lasciamo la penisola e con il traghetto e attraversiamo i pochi chilometri di mare che ci separano dalla Sicilia.

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Per uscire da Messina con l’auto di appoggio impieghiamo circa un’ora a causa del traffico intenso su strade molto strette e altrettanto tempo per raggiungere Giardini di Naxos, primo insediamento greco in Sicilia, dove abbiamo il nostro hotel.

Scaricate le valige è l’ora di raggiungere la nostra meta di oggi: l’Etna.

A farci da guida un vespista della zona, Mario, che ci raggiunge all’hotel nel primo pomeriggio. La nostra guida è nato a Catania e tre anni fa, dopo aver chiuso la propria impresa perché non era viabile, si è trasferito in Germania in cerca di lavoro. Appena può torna qui in Sicilia, perché anche lui è uno che vive all’estero per necessità, ma ha sempre nel cuore la sua terra.

Ci avverte che oggi l’Etna è coperto e possiamo prendere un po’ di pioggia, per cui ci muniamo di una felpa e un anti pioggia e siamo pronti per partire.

Le Vespe arrancano un po’ sulla strada che dal livello del mare ci porterà a 1.800 metri di altezza e come previsto dopo una ventina di chilometri incontriamo la pioggia. Buona scusa per un caffè e coprirsi.

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Si riparte. Quando si sale con una moto su queste curve bisogna stare molto attenti ai resti di cenere vulcanica e con la pioggia il pericolo a scivolare aumenta.

Dopo un’altra ventina di chilometri arriviamo alla stazione sciistica di Piano Provenzana, dove termina la strada sul lato nord dell’Etna. Questa stazione sciistica è stata ricostruita circa dieci anni fa, dopo che un’eruzione del vulcano l’aveva distrutta completamente.

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Le nuvole si stanno chiudendo sempre di più ed è quindi l’ora di rientrare a Giardini di Naxos, dove passeremo la serata.

 

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